Gli scarichi fognari dell’ospedale, delle scuole e della casa delle suore vengono smaltiti sui terreni della missione stessa; si ha pertanto una precaria situazione igienico-sanitaria anche per il fatto che l’approvvigionamento potabile avviene mediante pozzi siti nella medesima area. La realtà circostante non consente né di avere acqua potabile in altro modo né di poter ricevere le acque reflue della missione.
Si è pertanto ritenuto di dover intervenire realizzando un impianto di depurazione delle acque reflue per tutti i centri della Missione di Kingasani (ospedale, scuole, case delle suore).
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Il sistema fognario della Missione sino al 2015
Nel periodo 2012-2013 l’Associazione Mbote Papà esegue il primo rilievo topografico dei fabbricati della Missione e del sistema fognario; essi sono riportati nella tavola 0.
Riguardo alla altimetria dei terreni, la Missione è costituita come un piano con pendenza verso SSW:
– lungo la Avenue Kimpioka le quote del piano campagna sono 302,5-303 mslm con le quote che aumentano muovendosi verso S;
– la zona più depressa è quella al limite S tra le Scuole e la zona dell’inceneritore;
– si evidenziano dei muri di sostegno con salti sino a 1-1,5 m.
Il sistema fognario è costituito da fosse biologiche e pozzi perdenti.
Nei fabbricati che determinano minori entità di acque di scarico (Convento, casa volontari, alcuni servizi igienici delle Scuole), ad una biologica è di solito accoppiato un pozzo perdente.
L’Ospedale ed i servizi annessi (lavanderia e spogliatoi dipendenti) hanno avuto bisogno nel tempo di estendere la rete di dispersione; i pozzi perdenti sono stati collegati ad una trincea disperdente, posta più a W, e questa ad un pozzo perdente ricavato nel settore W vicino all’inceneritore.
Le acque piovane vengono disperse:
– con pozzi perdenti nel settore E degli edifici dell’Ospedale in quanto le superfici scoperte sono pavimentate;
– sul terreno circostante i fabbricati, per caduta diretta dalle falde del tetto, senza canali di raccolta nelle altre zone e in tutti gi altri fabbricati.
Piove più intensamente che da noi ed accade spesso che l’infiltrazione non sia sufficiente pertanto si determina un ruscellamento verso le zone più ribassate ovvero il confine W; è accaduto ancora che contro il muro W si determini un allagamento con battenti idrici di decine di cm.
Nel tempo è divenuta sempre più impegnativa la gestione delle fosse biologiche e dei pozzi perdenti dell’Ospedale.
Da circa 10 anni il sistema di dispersione delle acque reflue è al limite, i pozzi perdenti e le trincee sono piene in ogni periodo dell’anno e la dispersione effettiva avviene perché dal muro W si hanno fughe verso l’esterno.
Talvolta si effettua uno svuotamento dei pozzi perdenti con pompa e si recapita il tutto sui terreni a fianco.
Lo svuotamento delle fosse biologiche si pone come un serio problema igienico-sanitario in quanto tutto viene gestito all’interno; si svuota una biologica e si deve porre quanto estratto in una fossa a fianco poiché non vi è possibilità di portarlo all’esterno.
Il nuovo sistema fognario
L’Istituto si è posto come obbiettivo prioritario di risolvere la situazione del recapito dei reflui fognari. Nei viaggi di aprile 2013 e gennaio 2014, l’Associazione ha continuato i rilievi topografici ed approfondito la conoscenza del contesto per valutare recapiti alternativi ai pozzi perdenti. In particolare nel gennaio 2014, si rileva topograficamente il Vicolo Ngasu che, ad W della Missione, conduce ad un torrente (Riviere ????).
Recapitare in questo torrente le acque reflue comporta la posa di una tubazione lunga circa 400 m; la topografia è favorevole in quanto vi sono più di 10 m di dislivello a disposizione.
L’opera è fattibile e richiede una serie di permessi pubblici e di accordi con i frontisti.
Si decide di procedere momentaneamente con la soluzione di smaltimento autonomo con pozzi perdenti tenendo comunque questa possibilità per il futuro.
L’Associazione procede pertanto con la redazione del progetto di raccolta di tutti gli scarichi della Missione e della loro conduzione ad un impianto di depurazione biologico previsto nella zona W a SW della Casa dei volontari; a luglio 2014 il progetto viene consegnato all’Istituto.
Il progetto delle reti fognarie e del sistema di dispersione è riportato nelle tavole 1, 2 e 3.
Il progetto dell’impianto di depurazione biologico a fanghi attivi da 2000 AE è riportato nelle tavole 1 e 2; quest’ultimo è stato offerto dall’ing. Felice Martino della SEGEDA di Parma.
L’Istituto procede ad appaltare i lavori alla fine del 2014.
La fornitura dei macchinari e delle pompe viene appaltata alla stessa SEGEDA mentre i lavori edili e di costruzione delle fognature viene appaltata ad una ditta locale.
Nei primi mesi del 2015 hanno inizio i lavori che verranno terminati a dicembre 2015; da tale data pertanto il sistema fognario è completamente rinnovato e provvede a depurare le acque reflue secondo gli standard italiani.