Febbraio 2016
Al villaggio di Tumikia, l’acquedotto è attivo dalla fine di settembre 2014 ovvero circa 16 mesi. Esso è costituito da:
• un manufatto di presa di una sorgente di fondo valle (portata della sorgente di almeno 40 m3/h);
• un manufatto di raccordo alla tubazione che conduce la sorgente al manufatto di pompaggio;
• un locale di pompaggio dove sono presenti una vasca di arrivo della sorgente e le pompe di
sollevamento (2 pompe da 7,5 kW ciascuna in grado di sollevare circa 7 m3/h ciascuna;
• un campo fotovoltaico da 22 kW che fornisce l’energia elettrica alle pompe;
• una tubazione di pompaggio lunga circa 1,8 km che conduce la sorgente al bacino di distribuzione, posto circa 160 m più in alto;
• il bacino di distribuzione che ha una capacità di 120 m3;
• una rete di distribuzione nel villaggio e nella missione che si sviluppa per circa 3 km di tubi (circa 19 m3 di capacità);
• 16 fontane distribuite nel villaggio e nelle scuole;
• allacciamenti diretti alla rete per le utenze della Missione.
Dopo i primi 2 mesi di attività, durante la stagione delle piogge, vi è stato un franamento dei versanti al cui piede scaturisce l’unica sorgente che lo alimenta; l’opera di presa è stata parzialmente sommersa dalla terra e questa è penetrata nella tubazione diretta al pompaggio tramite la portella di accesso e alcune rotture alla copertura provvisoria del manufatto di valle.
Per circa 1 settimana non si è potuto utilizzare l’impianto sin tanto che non venne ripulito il tutto. Quest’evento è stato considerato nelle modalità costruttive dell’opera di presa; essa è infatti stata realizzata con un ampia base di appoggio, coperta dal terreno, e con un robusto manufatto in cemento armato in modo da costituire un piede stabile e proteggere la sorgente. La penetrazione di terra è avvenuta nel manufatto di valle, che raccorda la presa con la tubazione di adduzione al pompaggio.
Nei primi mesi vi è stato un funzionamento dell’impianto di tipo “libero”: chiunque poteva aprire i rubinetti di qualsiasi fontana a qualunque ora.
La quantità d’acqua disponibile risultava tuttavia inferiore alla richiesta pertanto spesso l’impianto (circa 3 km di tubi pari a circa 19 m3 di contenuto d’acqua e serbatoio da 120 m3) si svuotava parzialmente; poiché ciò può essere fonte di problemi igienico-sanitari (penetrazione di insetti e animali) si è concordata una gestione razionata che consenta di avere sempre un volume minimo nel serbatoio per garantire che la rete sia sempre con acqua in pressione.
La Missione e gli Chefs dei villaggi hanno deciso di rendere possibile l’apertura dei rubinetti alle fontane solo in alcune ore del giorno e si è definito un massimo di prelievo per persona e la regola è stata spiegata agli abitanti; per qualche mese si è avuto pertanto un funzionamento dell’impianto di tipo “libero regolamentato”; esso non ha comunque risolto il problema dello svuotamento degli impianti sia per il non rispetto delle regole da parte di alcuni abitanti di Tumikia che per l’afflusso anche dai vicini villaggi di Sakambanza, Kimbambangingi, Mabanfu e altri.
Di giorno il rispetto della regola è più facile da mantenere grazie al controllo esercitato dagli abitanti più prossimi alle fontane ma si danno diverse ore in cui gli adulti, sia uomini che donne, risultano assenti per le attività che devono svolgere alla foresta e di queste ore qualcuno approfittava; le fontane erano inoltre interessate anche da un uso notturno che disturbava la tranquillità degli abitanti più prossimi alle fontane. Si è giunti pertanto alla risoluzione di rendere inaccessibili i rubinetti delle fontane racchiudendole in casette con accessi chiusi a chiave; alcuni responsabili, individuati tra i lavoranti della Missione, ogni volta che nel serbatoio di distribuzione vi sia un volume di circa 70 m3, provvedono all’apertura delle fontane dalle 14 alle 17. Questa è la regolazione tuttora in atto che di fatto consente di gestire in modo equo e stabile i volumi disponibili.
Gli abitanti dei villaggi vicini possono accedere alle fontane in coda agli abitanti di Tumikia.

Si nota che il volume sollevato nella stagione secca declina nel tempo; non dovrebbe essere un problema di temperature dei pannelli fotovoltaici perché i mesi della stagione secca sono i più freschi; forse è la minor limpidezza del cielo in agosto (fase finale della stagione secca) che ci è risultata subito evidente ed è probabilmente dovuta alla polvere che ristagna nei bassi strati dell’atmosfera.
Ad Agosto 2015, con circa 20-25 m3/g di pompaggio, l’acqua veniva distribuita 1 volta ogni 2 giorni; gli abitanti di Tumikia non hanno comunque avuto bisogno di scendere alle sorgenti per approvvigionarsi.
Alla Missione l’acqua è stata sempre garantita ogni giorno per effetto del collegamento diretto alla rete Considerando che gli abitanti di Tumikia (abitanti del villaggio più ospiti delle Scuole e della Missione) sono circa 3000, nella stagione secca si è garantita una dotazione idrica a ciascuna persona di circa 16 l calati a 7 nella fase finale.
Nel mese di dicembre 2015, a seguito di nuvolosità e piogge perduranti, il pompaggio non è riuscito a funzionare per diversi giorni di seguito; in questo mese gli abitanti si sono dovuti recare alle sorgenti, come in passato, per 4 volte; alla Missione l’acqua corrente dalla rete non è mai mancata anche perché si dispone dell’acqua piovana accumulata nelle cisterne di raccolta.
In questi giorni si sta distribuendo un volume di circa 110 m3 a giorni alterni grazie al fatto che ogni giorno il pompaggio garantisce circa 55 m3.
Il 16/1/2016, è stata inaugurata la 1° fontana a Sakambanza; vi abitano circa 1050 persone, pari a circa il 30% di quelle di Tumikia.
Riassumendo, a Tumikia:
• normalmente nessuno si reca più a prendere acqua nelle sorgenti di fondovalle; ciò accade tuttavia a seguito di oltre 3-4 giorni di assenza di sole;
• l’acquedotto fornisce quanto meno il necessario per i bisogni alimentari e igienici minimi a parte qualche giorno l’anno della stagione delle piogge, che richiede che ci si rechi ancora alle sorgenti nel fondovalle;
• gli abitanti del villaggio scendono comunque a valle per lavare gli indumenti;
• al dispensario si è notata una importante diminuzione dei casi di bambini con dissenterie;
• alla Missione l’acqua non è mai mancata; la distribuzione mediante collegamento alla rete consente anche di utilizzare le lavatrici per i panni; pertanto l’acquedotto copre ogni esigenza igienico-sanitaria della Missione;
• la Missione continua comunque ad utilizzare gli accumuli di acqua piovana per le esigenze degli orti, degli animali e della pulizia degli ambienti.
Circa il 30% degli abitanti di Sakambanza ha utilizzato la fontana n°9 mentre ora è presente una fontana anche in questo villaggio.

Note idrogeologiche sull’acqua utilizzata
L’acquedotto di Tumikia si approvvigiona dalla sorgente (d’ora in poi sorgente Mabanfu) quantitativamente più potente (circa 40-50 m3/h) reperita nei fondovalle circostanti.
Tutti i fondovalle sono caratterizzati da venute idriche; si tratta di acque di falda contenute negli strati sabbioso-limosi che fanno parte dei depositi che caratterizzano il sottosuolo di molta parte del paese; tali venute alimentano la rete di affluenti al fiume Kasai e quindi al fiume Congo. Sono le acque di queste sorgenti ad alimentare le vasche di coltivazione del pesce che caratterizzano il paesaggio di fondovalle.
La portata della sorgente Mabanfu è di 2 ordini di grandezza maggiore di quella delle altre sorgenti intorno; ciò si spiega per il fatto che essa sgorga attraverso ghiaie diversamente dalle altre che sorgono dalle sabbie e limi.
La foto sotto, risalente ad aprile 2013, mostra la polla e le pietre; queste sono di varia forma, pezzatura di qualche cm, non arrotondate bensì aguzze e taglienti, riconducibili ad un unico tipo di roccia.
La roccia è di tipo siliceo e silicei sono probabilmente tutti i depositi di sabbie, limi e argille soprastanti; tali rocce risultano inerti nei confronti del dilavamento ovvero l’acqua che le attraversa non si arricchisce di alcun sale; la qualità dell’acqua (pH 4,5-5,5, conducibilità 10-20 S/cm, metalli e sali praticamente assenti) risulta infatti simile alla piovana.
Nel seguito si riportano alcuni estratti dal Rapporto tecnico “Problématique de l’Eau en République Démocratique du Congo – Défis et opportunités” del Programme des Nations Unies pour l’environnement (gennaio 2011), traduzione dell’originale in Inglese, dai quali risulta la collocazione della sorgente nel quadro idrografico del bacino del fiume Congo e nelle unità idrogeologiche riconosciute ed in cui sono riportate le caratteristiche fisico-chimiche delle acque distribuite alla capitale, anch’esse simili all’acqua piovana.
